Durante la sessione plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati hanno deciso di sostenere la relazione di Emma Wiesner (Renew, SE) sul piano proteico dell'UE che si basa sui punti di forza esistenti dell'agricoltura europea, evitando di cadere in contrapposizioni semplicistiche
Pur sottolineando la necessità di ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di proteine vegetali da un numero molto limitato di Paesi, il Parlamento europeo ha riconosciuto che questa transizione non può essere immediata e dovrebbe basarsi su un'autonomia aperta piuttosto che su una rigida indipendenza. Una visione estremamente realistica.
Le contrapposizioni semplicistiche tra colture/allevamento e cibo/energia sono state chiaramente le insidie di questo dibattito, ma gli eurodeputati non si sono lasciati inquadrare da queste sterili polarizzazioni. La relazione di Emma Wiesner propone di aumentare la produzione proteica dell'UE basandosi su tutti i settori agricoli e sui loro specifici punti di forza, concentrandosi sull'aumento delle sinergie e della circolarità.
Il rapporto sottolinea giustamente come la produzione di bioenergia sia un fattore che contribuisce non solo alla sostenibilità e all'indipendenza energetica dell'UE, ma che permette anche di aumentare la produzione di proteine dell'UE fornendo i necessari incentivi finanziari per la produzione di colture ad alto contenuto proteico. Allo stesso modo, il testo sottolinea la circolarità che esiste tra la produzione di bestiame e di colture, insistendo sulla necessità di sviluppare ulteriormente queste sinergie. I deputati hanno inoltre sottolineato che l'aumento della produzione di piante ad alto contenuto proteico, e in particolare di legumi, sarà possibile solo se agli agricoltori saranno garantite prospettive a lungo termine, il che richiede uno stretto legame con i trasformatori e i rivenditori. Nel frattempo, per la prima volta, gli eurodeputati hanno espresso seri dubbi sulle soluzioni che cercano di escludere il bestiame, come gli alimenti prodotti in laboratorio, sottolineando le sfide etiche, sociali, ambientali ed economiche che potrebbero rappresentare.
Gli eurodeputati hanno anche avanzato chiare richieste legislative, come la revisione del regolamento sugli additivi per mangimi, l'autorizzazione all'uso di nuove tecniche di allevamento, i necessari adeguamenti legislativi per ottimizzare l'uso di digestati e la necessità di investire nella ricerca sulle colture proteiche vegetali.
La Commissione dovrà adottare la sua strategia sulle proteine nel 2024, da vedere se terrà conto dei positivi suggerimenti del Parlamento europeo e dei suoi eurodeputati.