Un appuntamento, organizzato a Roma dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, in collaborazione con Social Economy Europe e CECOP
La cooperazione nell’economia sociale, un Action Plan italiano. Un appuntamento, organizzato a Roma dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, in collaborazione con Social Economy Europe e CECOP per analizzare le prospettive dell’economia sociale e illustrare le proposte del movimento cooperativo italiano, alla presenza, tra gli altri di Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze.
Con questo evento, il movimento italiano delle cooperative e dell’economia sociale chiede al Governo italiano di attuare la recente raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea per sviluppare condizioni quadro favorevoli per l’economia sociale.
Per gli attori dell'economia sociale italiana, "è imperativo che l'Italia dia seguito tempestivo a questa raccomandazione. È necessario sviluppare una strategia chiara e determinata, che includa interventi legislativi per definire e regolamentare l'economia sociale, nonché politiche e programmi nazionali e regionali specifici. Sono fondamentali anche le politiche del lavoro e fiscali che favoriscono questo settore vitale; la programmazione dei fondi europei e nazionali deve essere rivista e devono essere create specifiche modalità di partenariato pubblico-privato".
L’economia sociale è resiliente e sostenibile, lo ha detto la ministra spagnola del lavoro e dell’economia sociale, Yolanda Diaz. La cooperazione, parte integrante di questo modello, è sinonimo di democrazia e sviluppo sostenibile, fornendo una base solida per la crescita sociale. La Spagna al momento è l’unico paese ad avere una strategia nazionale sull’economia sociale.
"L'economia sociale presenta una dimensione industriale, che non si esprime solo nella pur importante presenza, in particolare in Francia, Italia e Spagna, nel comparto manifatturiero, ma proprio nella fondamentale funzione di industrializzare la partecipazione e il protagonismo economico di lavoratori e territori. Con questo ci riconosciamo molto bene nella strategia industriale europea che si articola in 14 ecosistemi industriali, che vedono comunque presenti le nostre cooperative, con diverse dimensioni è intensità, in ciascuno dei 14 cluster e non solo in quello denominato 'economia sociale e prossimità'. L’economia sociale non è una politica di settore, ma una strategia economica che impatta complessivamente sullo sviluppo e l’assetto economico e imprenditoriale. Quindi un piano d’azione per l’economia sociale deve necessariamente avere un orizzonte ampio e puntare ad obiettivi di trasformazione e innovazione sociale" ha detto Giuseppe Guerini.
«L’Europa che verrà, dopo le ultime elezioni, non potrà prescindere da un rafforzamento dell’economia sociale. Con oltre 2,8 milioni di organizzazioni che impiegano più di 13,6 milioni di lavoratori, è uno dei motori pulsanti del Vecchio Continente. E le cooperative ne rappresentano il soggetto più significativo con 176.000 imprese e 4,7 milioni di persone occupate. Sono tre gli ambiti prioritari sui quali chiedo l’intervento del governo italiano: sul fronte legislativo è necessario prevedere una legge quadro per definire il perimetro dell’economia sociale, come avviene in altri Paesi. Andrà rivista la programmazione dei fondi europei e nazionali, va progettata in modo da offrire opportunità di finanziamento e di accesso all’economia sociale, anche tramite una riserva obbligatoria di destinazione come avviene in alcuni Paesi europei. Occorre, inoltre, immaginare modalità specifiche di partenariato pubblico-privato nell’ambito dei servizi di welfare, cultura, servizi alle comunità, sviluppo sostenibile e ambiente, energia anche al fine di creare occupazione e inclusione sociale dei soggetti più fragili». Maurizio Gardini, rappresentante Alleanza Cooperative e presidente Confcooperative.