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L’ILO sottolinea il potenziale delle piattaforme cooperative

lunedì 5 giugno 2023

L’ILO sottolinea il potenziale delle piattaforme cooperative

Le prossime tappe per le cooperative alternative alla gig economy

Il Covid-19 ha colpito il mondo del lavoro quando le condizioni erano già precarie. Nel 2019, il numero di disoccupati a livello globale era in aumento e un lavoratore su cinque - il 66% nei Paesi a basso reddito - viveva in condizioni di povertà estrema o moderata. Allo stesso tempo, il lavoro temporaneo, part-time e occasionale involontario, compresi i contratti a zero ore, il lavoro in subappalto e il lavoro autonomo, erano in aumento, così come l'economia delle piattaforme.

Nel 2021, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha fatto sì che la sua Commissione Globale sul Futuro del Lavoro identificasse i fattori che determinano la crescita del lavoro su piattaforma, come la richiesta di maggiore flessibilità e di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Il lavoro su piattaforma consente inoltre l'accesso al mercato del lavoro a coloro che sono costretti a lavorare da casa per motivi di salute. Ma il mancato rispetto degli standard lavorativi avvantaggia le imprese delle piattaforme rispetto a quelle che si attengono ai loro obblighi. Inoltre, avverte l'ILO, questo tipo di imprese può essere incline a infliggere insicurezza economica attraverso salari bassi, condizioni di lavoro inique e mancanza di chiarezza sullo status occupazionale.

La pandemia ha fatto luce su questi problemi e ora l'ILO ha deciso di definire uno standard per l'economia delle piattaforme.  È difficile classificare il lavoro su piattaforma, soprattutto per la difficoltà di concordare una denominazione comune. La gig economy, l'economia collaborativa, la sharing economy, l'economia on-demand e il crowd employment sono solo alcuni dei termini utilizzati per descriverlo. L'OIL, invece, ha utilizzato il concetto di "piattaforme di lavoro digitali", che "comprendono sia le piattaforme basate sul web, dove il lavoro viene esternalizzato attraverso una chiamata aperta a una folla geograficamente dispersa ("crowdwork"), sia le applicazioni basate sulla localizzazione (app) che assegnano il lavoro a individui in una specifica area geografica".

Nel frattempo, l'OCSE definisce il lavoro su piattaforma, che comprende sia il crowdwork che il lavoro basato sulla localizzazione, come "transazioni mediate da un'applicazione (cioè un programma software per scopi specifici, spesso progettato per l'uso su un dispositivo mobile) o da un sito web, che abbina clienti e committenti, per mezzo di un algoritmo, con lavoratori che forniscono servizi in cambio di denaro".

Un rapporto dell'ILO del 2021 ha evidenziato i modelli di business alternativi attualmente utilizzati dai lavoratori delle piattaforme in tutto il mondo per "reclamare i loro diritti civili, politici ed economici nell'economia delle piattaforme", tra cui le cooperative di piattaforme. Il rapporto illustra come i freelance della tecnologia abbiano sfruttato con successo il modello cooperativo per l'intermediazione nel mercato del lavoro in paesi come l'Argentina, il Kenya e il Regno Unito. Il rapporto sostiene che il "cooperativismo delle piattaforme" sta emergendo "come impresa dell'economia sociale e solidale (ESS) alternativa al modello dominante delle piattaforme".

Per quanto riguarda il movimento delle cooperative di piattaforma in generale, l'ILO raccomanda di dedicare maggiore attenzione ai dati come proposta di valore centrale nell'economia di piattaforma e di lavorare sulle sfide per costruire un capitale di intelligence che massimizzi i benefici collettivi per i lavoratori, i produttori e i consumatori. La chiave, secondo l'ILO, sta nel collettivismo dei dati, che secondo l'organismo delle Nazioni Unite "può fornire il mezzo d'oro tra l'etica dell'economia solidale del movimento cooperativo e le possibilità di progettazione tecnologica delle piattaforme".

Mentre l'ILO si muove per definire uno standard sull'economia delle piattaforme, le cooperative hanno l'opportunità di far sentire la propria voce per garantire che il loro punto di vista venga preso in considerazione.