NEWS

Revisione della direttiva sul rendimento energetico degli edifici

lunedì 5 giugno 2023

Revisione della direttiva sul rendimento energetico degli edifici

Gli eurodeputati sostengono i piani per un settore edilizio neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050

Cosa prevede:

La proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia mira a ridurre in modo sostanziale le emissioni di gas serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell'UE entro il 2030 e a renderlo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Mira inoltre ad aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici non efficienti dal punto di vista energetico e a migliorare la condivisione delle informazioni sulle prestazioni energetiche.

Tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre il termine ultimo per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche è il 2026.

Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, laddove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti avranno tempo fino al 2032.

Gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033 - su una scala che va da A a G, quest'ultima corrispondente al 15% di edifici con le peggiori prestazioni nello stock nazionale di uno Stato membro.

Gli edifici non residenziali e quelli pubblici dovranno raggiungere le stesse valutazioni rispettivamente entro il 2027 e il 2030. L'aggiornamento della prestazione energetica (che può assumere la forma di lavori di isolamento o di miglioramento del sistema di riscaldamento) avverrà quando un edificio viene venduto o subisce una ristrutturazione importante o, se è in affitto, quando viene firmato un nuovo contratto.

Gli Stati membri stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei loro piani nazionali di ristrutturazione. Questi piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere schemi di sostegno per facilitare l'accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero. Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per le ristrutturazioni profonde, soprattutto degli edifici con le peggiori prestazioni, e sovvenzioni e sussidi mirati dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili.

 

Deroghe:

I monumenti sarebbero esclusi dalle nuove norme, mentre i Paesi dell'UE possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, gli edifici utilizzati temporaneamente, le chiese e i luoghi di culto. Gli Stati membri possono anche esentare gli alloggi sociali pubblici, dove le ristrutturazioni porterebbero ad aumenti dell'affitto che non possono essere compensati dai risparmi sulle bollette energetiche. E, ancora, i Paesi membri potranno chiedere alla Commissione di adattare i target europei per particolari categorie di edifici residenziali, per ragioni di fattibilità tecnica ed economica. Con questa clausola si potranno prevedere deroghe fino a un massimo del 22% del totale degli immobili. In Italia si tratta di circa 2,6 milioni di edifici.

I deputati vogliono anche consentire agli Stati membri di adeguare i nuovi obiettivi a una quota limitata di edifici, a seconda della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.