Con la bocciatura nella plenaria del 22 novembre a Strasburgo della proposta della Commissione europea sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR), gli eurodeputati hanno inviato un messaggio decisivo. La mancanza di una vera valutazione d'impatto sulla proposta e alcuni suoi tratti piuttosto ideologici hanno fatto sì che il dossier sia decaduto.
Infatti, obiettivi come la riduzione del 50% dei fitosanitari in meno di 7 anni o il divieto completo dell'utilizzo di questi prodotti nelle aree sensibili, molto diffuse in Italia (alcune regioni raggiungono quasi l'80%) sono stati giudicati irrealizzabili dalla maggior parte degli eurodeputati.
Gli agricoltori e le cooperative agricole dell'UE continueranno a migliorare la loro sostenibilità ambientale, ma hanno bisogno di obiettivi realistici e di sostegno, due elementi che mancano completamente nel testo della Commissione. Nel testo presentato in plenaria era evidente il divario tra la retorica politica e la mancanza di soluzioni concrete di questa proposta.
Fino alla fine, gli eurodeputati hanno cercato di migliorare la proposta con emendamenti, ma si sono giustamente resi conto che ciò non sarebbe stato sufficiente. Hanno quindi deciso di non rinviare la proposta alla commissione competente, ma alla Commissione stessa. Si sarebbe potuto evitare questa situazione, sicuramente con una proposta differente da parte della Commissione, ma anche con un testo più equilibrato da parte della relatrice Sarah Wiener, che ha invece voluto andare addirittura oltre agli obiettivi proposti dall'esecutivo UE.
Il dialogo strategico auspicato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen è ora più che mai cruciale. Le soluzioni possono essere trovate solo attraverso il dialogo con gli agricoltori e le loro cooperative, non imponendo dall'alto obiettivi scollegati e privi di soluzioni.